Milano, 8.00
L'eurostar per Napoli contrale che passa da Roma è un treno più snob rispetto al fratello più piccolo dalla tratta regionale, ed è curioso come dopo qualche viaggio si possa imparare a distinguerne gli abitanti in base all'orario di partenza.
Sull'eurostar delle 6.30 ti senti quasi in imbarazzo per non avere la cravatta come il 98% dei suoi viaggiatori.
Sul treno delle otto sono perlopiù donne di mezza età (e oltre) che vanno, o forse tornano, in qualche posto tra Firenze e Napoli o più giù ancora.
Sul treno delle sei-e-mezza se non hai un portatile, 2 telefoni (almeno) e il corriere, ti guardano con diffidenza.
Su quello delle otto ti aspetti da un momento all'altro che qualcuna tiri fuori il lavoro a maglia da finire prima dell'inverno!
C'è ancora un pizzico di discrezione nei suoni di sottofondo ma, proprio mentre scrivo, il cafone di fronte sancisce (al telefono) la fine di quel dolce clima ovattato (grande Dalerme! NdA) fatto di quel grigio mattutino milanese, ritmato dal suono cullante delle ruote sui binari.
Mi godo ancora per poco questa magia, poi sarà sole, chiacchiere vuote e festival della suoneria dei cellulari!
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