Firenze-Roma: la fine del tunnel
Sull'ultima tratta la gente si può dividere in due categorie:
"gli stanchi del viaggio": quelli che sono sulle rotaie dalle otto di stamane e perciò iniziano ad accusare i primi cedimenti.
"Gli euforici del viaggio": tutti quelli saliti tra Bologna e Firenze che sono ancora troppo attivi per i miei gusti.
Come avrete capito, mi colloco a pieno titolo tra i primi, con i miei nuovi vicini alle prese con le parole crociate (ovviamente menbri della seconda categoria) che mi tengono sveglio tra un 4orizzontale ed un 16 verticale, privandomi di un apprezzabile pisolo rigenerante.
La signora in ansia per i 3 minuti di ritardo con cui viaggiamo, che per la cronaca è da Milano che parla col dirimpettaio discutendo su quale strada sia meglio fare una volta a Roma per arrivare corso Venezia, deve ringraziare il cielo che sugli eurostar non ci siano i finestrini apribili!
Una menzione speciale la merita infine lo stralunato tizio che mi si è posto davanti con aria seccata dicendomi: "il posto 87 è mio". Reso calmo e quasi assopito dalle tre ore e mezza di viaggio gli rispondo con un'amichevole: "non credo proprio!". All'udire ciò il fenomeno mi mostra, a sostegno della sua tesi, il suo biglietto riportante in effetti "carrozza 11, posto 87".
Con sorriso garbato di chi ti sta per svelare che hai detto una cazzata, gli faccio presente che una prenotazione per il treno delle 9.30 non può valere per quello delle 11!
Lui non capisce subito ed insiste sulla sua tesi. Gli amici del cruciverba lo guardano compassionevoli e lo aiutano a capire che ha preso 2 treni dopo quello prenotato e che quindi lo aspetta solo un posto corridoio vista porta d'uscita.
L'Einstein ci pensa un pochino, poi si scusa e se ne va.
E così, salvo colpi di scena dell'ultimo minuto, si conclude questa mia Severgniniana narrazione degli Italiani in Treno.
N.B.
(Se non volete far casino e desiderate un filo logico iniziate a leggere dal post di "Lecco 6.42" a risalire, NdA)
Inviato dal dispositivo wireless BlackBerry®
Nessun commento:
Posta un commento