Entrando nella Pasqua
Strana famiglia quella dei discepoli di Gesù. Uno lo tradisce, l'altro lo rinnega, e tutti litigano tra di loro e fuggono a nascondersi nel momento supremo.
Ma proprio con loro Gesù si siede a tavola e consegna il suo testamento, il suo corpo e il suo sangue.
Questo testamento è il momento che costituisce i dodici nella chiesa di Gesù.
Facendone memoria ritroviamo il nostro posto: quello di discepoli amati nella loro fragilità, radunati con i loro difetti e i loro peccati, salvati e perdonati dall'amore di un Maestro che si mette proprio nelle loro mani.
Se Gesù non ha avuto paura della fragilità dei discepoli, se loro stessi non l'hanno nascosta ma raccontata senza pudore, anche noi possiamo ripartire da questa immeritata fiducia per rinnovare le nostre fraternità e i nostri legami.
Essi hanno il fondamento non nelle nostre forze, nei nostri meriti, ma nella fedeltà di un Signore che continua a donare se stesso per noi, che ancora ci perdona e ci chiama alla sua mensa.
(Arcidiocesi di Milano, susidio per la Quaresima 2007)
1 commento:
13 amici a fare cena. Magari avranno parlato anche di donne, del prezzo impossibile delle olive, dell'ultima tassa dei romani, saran girate battute tipo "ehi ma hai visto come si è fatta carina la cugina di Lazzaro!".
In fondo erano come noi. Alla ricerca della verità o giù di lì.
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