06 marzo 2006

Unioni civili:

"L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto.
Al fine di definire natura e qualità di un'unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale.
Va considerato piuttosto, quale criterio qualificante, il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali e di solidarietà), la loro stabilità e volontarietà."

(pag. 72 del programma dell'unione)


Come ci poniamo di fronte a questo?
Da cristiani intendo.

4 commenti:

Gift ha detto...

Che problema c'è?
Non vedo le interferenze tra l'essere cristiano e il riconoscimento di alcuni diritti in questi casi...

Clark Kent ha detto...

vero, tranne per il (non tanto piccolo) dettaglio del Matrimonio su cui si fonda la Famiglia

Gift ha detto...

Perchè, vogliono cambiare qualcosa del matrimonio religioso?

Non mi sembra che intervenga il MATRIMONIO in tutto questo.

Significa tutelare legittimamente alcune fasce della popolazione in determinate circostanze.

Ma fossi in te cercherei di sposarmi entro il 9 aprile, non sia mai che i comunisti mettano il sigillo alle chiese e vietino la professione di fede cristiana!!
O magari metteranno qualche maglietta raffigurante vignette satiriche sul sacramento del matrimonio....

Clark Kent ha detto...

trovassi casa lo farei!
Ma non è questo il punto.
Noi italiani abbiamo un difetto: il menefreghismo. E lo dimostriamo lasciandoci attraversare da mille lotte senza esserne minimamente coinvolti. Un esempio? l'aborto o l'eutanasia: la frase tipica è: "Io non lo farei mai, ma chi la pensa diversamente deve essere libero di farlo". Un'altro esempio? Le guerre: se coinvolgono la nostra economia o i nostri soldati sono da ripudiare, se si svolgono in altre zone del mondo non ce ne frega un cazzo. Hai mai visto una marcia per una guerra che non fa notizia nei telegiornali o nei dibattiti politici? No, eppure la Rete ci permette molto chiaramente di sapere cosa succede al di là delle nostre acque territoriali.
Falsa libertà e troppo perbenismo al grido di "volemose bene" stanno portando alla deriva una barca che è tenuta insieme da quai pochi valori ancora in piedi.
Perchè sono assolutamente contrario a tutto ciò che si svolge al di fuori del matrimonio? Perchè (civile o religioso che sia) è qualcosa che da stabilità alla famiglia che non può essere falsamente libera di stare adesso insieme e adesso no e amici come prima. La famiglia è un impegno quotidiano per la vita. E se abbiamo qualche dubbio chiediamolo ai nostri genitori, dopo 25/30 di matrimonio ne sapranno qualcosa, no?
Come si fa a prendersi un impegno per la vita se si parte dal presupposto che appena lo si vuole di disdice tutto e ognuno per la sua strada?
Se non fosse ancora chiaro, la stessa rabbia la rivolgo al Divorzio: una pensata geniale delle femministe passata con l'approvazione dei catto-comunisti (già detto prima: "io non lo farei mai, ma se uno vuole...").

Cerchiamo una libertà immaginaria con l'illusione di poter vivere meglio, ma ciò di cui abbiamo veramente bisogno sono dei valori ai quali aggrapparci per vivere ogni giorno la libertà che già abbiamo.
E sono questi i valori che difendo e continuerò a difendere con lunghi e ripetitivi post!

E queste non sono chiacchere e distintivi...