I grandi vuoti del duello
di Mario Sechi
Tra Berlusconi e Prodi l'altro ieri si ergeva un grande assente: la politica globale. Il dibattito televisivo somigliava a quei musei che credendo di essere sofisticati e à la page curano nei dettagli gli allestimenti e le cornici, ma dimenticano di mostrare al pubblico i dipinti. Un'ora e passa di televisione senza quella che dovrebbe essere «la visione». Visione del presente e soprattutto del futuro. Visione del mondo contemporaneo che ci chiama a nuove sfide che non possono essere rinviate perché bussano alla nostra porta.
È possibile andare alle urne senza poter capire quali sono le differenze tra Berlusconi e Prodi su temi fondamentali come la politica estera e la lotta al terrorismo, l'energia e l'ambiente, la libertà religiosa e il rapporto con l'Islam, l'identità e la famiglia?Noi crediamo di no e la formula del dibattito televisivo su questi temi ha mostrato le corde, tutti i suoi limiti e le sue inefficienze sul piano dell'efficacia e della qualità. I due giornalisti chiamati a intervistare Berlusconi e Prodi non hanno sentito il bisogno di sollevare temi che fanno parte dell'agenda globale di un grande Paese e questo si è tradotto istantaneamente in un enorme deficit di informazione.È questo il vero spartiacque tra la destra e la sinistra in Italia e non solo, è qui che il sentiero della politica si biforca, è qui che emergono le differenze tra gli schieramenti e le contraddizioni interne. È questo il terreno sul quale gli elettori valutano le idee, pesano le opinioni e infine decidono. È proprio su questo terreno che il centrodestra ha l'opportunità di dimostrare agli elettori di avere un passo diverso, sicuro, agile, moderno. È il teatro sul quale Berlusconi ha compiuto le scelte migliori, quelle che lasciano il segno dell'uomo politico ed è stupefacente che in un'ora di diretta tv non ci sia stato spazio per questi argomenti. È così bislacco chiedere a Prodi come intende affrontare il terrorismo? O davvero qualcuno crede che con Bin Laden valga la formuletta del dialogo? È forse bizzarro domandargli come farà a conciliare la politica anti-israeliana e filo Hamas di certi suoi alleati con quella di Rutelli che va in visita in Israele?
È per caso politicamente scorretto chieder conto di certe imbarazzanti visite di leader della sinistra al capo degli Hezbollah che predica la distruzione di Israele? A un certo punto del dibattito ci si è ricordati che nell'agenda internazionale c'è un problemino con l'Iran e qui Prodi e Berlusconi sono sembrati convergere entrambi sulla via della diplomazia e non della guerra. Benissimo. Ma quale soluzione? Quella degli Stati Uniti che vogliono un intervento deciso del Consiglio di sicurezza? Quella della Russia? O quella dell'Europa in cerca di un rischioso compromesso? Nessuno glielo ha chiesto.Si sa che la politica ha scarsa memoria e il giornalismo spesso segue a ruota, ma è possibile che di fronte a un Berlusconi capace di incassare gli applausi del Congresso americano poco più di una settimana fa, nessuno degli spin doctor abbia pensato che quel fatto è un patrimonio di immagine e capacità da spendere davanti a 16 milioni di italiani incollati al video? È forse sconveniente e poco televisivo capire che cosa vuole dire il signor Prodi quando scrive una lettera all'Arcigay per assicurare che si impegnerà «a portare a un riconoscimento pieno ed effettivo di questi diritti». Quali diritti? Gli stessi garantiti dalla Costituzione alla famiglia naturale fondata sul matrimonio? È del tutto inutile per lo share chiedere a Prodi come si sposa la linea vaticana della Margherita con quella della Rosa nel Pugno che invece sogna l'abolizione del Concordato?È superfluo per l'audience capire come la sinistra pensi di affrontare la concorrenza globale sui mercati di fronte all'ascesa di Cina e India,
al cospetto di uno scenario di prezzi crescenti del petrolio e in assenza di una politica energetica nucleare?È assurdo chiedere a entrambi i candidati un parere su quali limiti debba avere la ricerca scientifica, sui rischi dell'eugenetica, sull'idea che i figli si ordinano come al self service? È poco telegenico sollecitare un'opinione su un documento del comitato bioetica della Toscana che vorrebbe limitare le cure a quei bambini nati prematuri con poche chance di vita?Sono domande che si pone qualsiasi cittadino dotato di buon senso,
ma se non trovano cittadinanza nello scontro diretto tra Berlusconi e Prodi evidentemente c'è qualcosa che non funziona, qualcosa che va rivisto e corretto prima del prossimo duello del 3 aprile.I voti non si conquistano né promettendo la felicità in terra né spiegando come funziona il cuneo fiscale. La politica è l'eterna battaglia per la conquista del cuore e della mente dei cittadini. E gli argomenti per farlo non mancano.
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