24 ottobre 2005

Eh, il beppe...

post pungente, critico degli osannatori del buonismo ad oltranza che cercano di far passare qualsiasi cosa con due pennellate multicolore date al grido di volemose-bene

l'intero blog da cui è tratto lo trovate quì

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tralascio la recensione critica sul'operato del Che. Mi soffermo su quello che è diventato a decenni di distanza. Un'icona. Forse troppo (per il concetto di icona che ho io...), diciamo una bandiera. Uno buono per finira su una maglietta al mercato. Completamente staccato dal contesto storico e sociale in cui visse il Che viene assunto a modello di vita da giovani e adultimaicresciuti. Che ci sia bisogno di una rivoluzione non dubito, ne ha parlato anche Benedetto XVI alla GMG. Che sia quella promossa dal pensiero, dai valori e dai gesti del comandante Guevara nutro molti più dubbi. Anzi, non me ne faccio niente.
Così come non me ne faccio niente di Santoro che salta su e mi parla di fratellanza. Ma piantala!!! Santoro è stato triste perchè si è ridotto anche lui a simbolo, buono per una maglietta ma niente di più. Il mondo reale è un'altra cosa. C'è da rimboccarsi le maniche e convertire il cuore. Studiare progetit diversi e fare spazio alle nuove generazioni. Vecchi politici di professione, tardi giornalisti rancorosi, giulivi segretari di partito. A casa!
In Brasile si è votato contro la detenzione delle armi da difesa personale. Il 64 per cento dei cittadini ha detto che preferisce il sistema della violenza organizzata, vuole poter avere un'arma per difendersi. Il governo e la Chiesa sono stati messi in minoranza. SOno queste le cose che mi preoccupano. Sono questi i passaggi su cui lavorare per costruire la pace. Il fantasma del Che e lo spauracchio di Santoro stiano al loro posto. Nel passato buono per una videocassetta amarcord.
Qui c'è in ballo il futuro. Senza basco e a microfoni spenti.