08 luglio 2005

Le cose che non facciamo

andare a ballare il venerdì sera

infighettarsi per andare in locali trendy del centro

una settimana sul mar rosso da soli con la morosa/o

alzarci la domenica mattina giusto per l'ora di pranzo

spendere 200€ per un paio di scarpe

e 150 per un paio di jeans

avere sempre l'ultimo modello di cellulare

avere l'illusione di essere liberi di fare ciò che si vuole


Ammettiamolo, siamo un po sfigatelli! Se non fosse un termine da paolotti diremmo che siamo dei paolotti!


Allora...

però...

perchè...

quelli contenti della vita...

SIAMO NOI ? ? ?

6 commenti:

jS ha detto...

Gran post.
Mi inserisco sulla scia del tuo mantello: siamo quelli che non prendono la casa 1 settimana per andare in montagna solo all'ultimo dell'anno tuttecoppiettetuttibelli, siamo quelli che non fanno collezione di girl/boy fino a 30 anni perchè "oggi si fa così, mica ti vorrai sposare subito...", siamo quelli che gli piace guidare ma sanno anche parcheggiare con gli specchietti, siamo quelli che a Lignano-Rimini-Riccione non ci vanno e se ci vanno è
- perchè è inverno
- perchè c'è il meeting
- perchè ci passa la fiaccola,
siamo quelli che la responsabilità sul lavoro non pensano sia una prerogativa degli altri, siamo quelli che pensano che la gioia sia un dono e non un diritto, siamo quelli per cui i desideri si devono confrontare con la realtà e la natura di ciò che siamo e non diventare la misura a cui tutti devono attenersi.
Siamo noi. Sì, siamo Noi. Figli e fratelli.

laBreva ha detto...

ok...
lo ammetto...

a ballare ci andrei volentieri, ma mi accontento di farlo a casa...

nei posti più trendy ci vado anche in tenuta da arrampicata e puzzosa...

NON COLLEZIONO BOY...
evitiamo i commenti...

alle scarpe qualche volta ci ho fatto un pensierino e...

a jeans ho aspettatoi saldi, ma...

a cosa serve avere un paio di scarpe e pantaloni belli?
sulla via di casa mia a farsi suonare dai caminonisti nella migliore delle ipotesi e allora... adesso che li hai comprati? non ti resta che usarli tutti i giorni facendo vedere agli altri che un paio di jeans e di scarpe così li si possono usare anche per lavorare... e quando i bambini ti saltano sui piedi sei fritto, per non parlare di quando si gioca con la terra o la merendina è al cioccolato...
siamo contenti perchè...

ANDIAMO OLTRE...

e allora chissenefrega se ho le scarpe da 200€ o se non le ho... chissenefrega se ai miei amici non piace ballare... chissenefrega se il mio cellulare non riceve tutti i messiggi del mondo... chissenefrega se alla domenica mattina vado a messa alle 7.30... chissenefrega se non ha un moroso (bè questo no!)...

la cosa importante è quello che c'è sotto...

L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI...
diceva qualcuno!!!

laBrva

laBreva ha detto...

ok... l'ho riletto ora... ho scritto davvero da schifo...

sopprattutto i caminonisti...

perdonatemi...

Gift ha detto...

Dunque...occorre che non mi faccia prendere troppo la mano. Però, dopo aver letto attentamente i vostri post, dico anche io la mia.

Andare a ballare il venerdi sera l'ho fatto e sinceramente mi manca il fatto di farlo ormai rarissimamente.

Naturalmente mi sono infighettata per uscire, nei limiti del mio possibile infighettamento. Se lo faccio (anche in questo caso sempre di meno), mi diverto un sacco!

Contando la mia voglia di mare non soddisfatta quest'anno, una settimana sul mar rosso non mi dispiacerebbe affatto (l'ideale con un'amica).

Va bhè, sui vestiti costosi proprio non me ne può fregà, e poi tanto non me li posso permettere! E poi avrei l'ossessione di rovinarli, e conoscendomi, lo farei appena indossati. Però credo che un giorno, quando potrò avere un contratto a tempo indeterminato con uno stipendio fisso (e visti i tempi che corrono in Italia non so quanto dovrò aspettare), risparmierò per comprarmi quel paio di scarpe che mi soddisfano veramente, e che mi piacciono un casino!! O quella borsa a cui avrò fatto il filo per un anno e che costerà anche coi saldi. Perchè? Non so, perchè mi piaceranno e sarò contenta e soddisfatta di averli. Non perchè sono di marca, ma solamente perchè mi piacciono; in alcuni casi mi piace tantissssimo una cosa che costa 2 euro, in caso contrario magari costa di più. Piuttosto cerco di non comprare, nei limiti del possibile, qualcosa che costa poco ma è fatta dalle mani dei bambini cambogiani.

Ah, tra l'altro i camionisti non guardano la marca dei pantaloni (purtroppo!!), ed evito di specificare cosa guardano.

Non faccio collezione di boy, per carità, ma ognuno ha i suoi tempi: non tutti sono maturi a 25 anni per il matrimonio, e io mi inserisco nella categoria. Nè tantomeno tutti hanno la fortuna di trovare la persona giusta subito. Comunque a dire il vero c'è una non indifferente percentuale di gente che, a mio parere, non lo è nemmeno dopo aver superato i 35!!

Io sono una di quelle che, se mai deve andare a Rimini, cerca di evitare il periodo del Meeting.

Secondo me si tratta + che altro di prospettive, di punti di vista. L'importante è sentirsi bene con se stessi senza offendere o ledere nessuno (una può stare bene con se stessa portando una minigonna inguinale, ma magari è un po' volgare se si vedono le mutande anche se non si siede), e senza fare gli sboroni.

In fondo il mondo è fatto di scelte...l'omologazione è un'altra cosa...e secondo me è molto peggio l'omologazione di idee...di modelli...o lo stato subdolo e inconscio di certe presenze e influenze...

Clark Kent ha detto...

Tu sei Felice?

Gift ha detto...

Qui si apre un capitolo che necessiterebbe di un'enciclopedia. Per me la felicità non è uno stato...è fatta di momenti. Ci sono dei momenti in cui sono felice, per il resto sono serena. Sono attimi per me la felicità. POsso essere felice anche dopo aver comprato qualcosa. L'importante è non fare di quella cosa la base su cui costruire la vita.

Poi ci sono un sacco di aggettivi per descrivere il nostro stato, però per essere soddisfatti e in pace con se stessi ci devono essere un sacco di fattori concomitanti. E' riduttivo parlare di felicità o serenità, i non riesco a infilarmi in siffatte categorie.

Sinceramente oggi come oggi sento che mi manca qualcosa, cioè un lavoro. Non sapere molto sul mio futuro non mi fa essere proprio serena e tranquilla. Vorrei che alcune cose andassero meglio e fossero diverse da come sono, ma in generale mi ritengo fortunata. Ecco, fortunata: di avere quello che ho, di essere come sono, di avere determinate persone che mi stanno vicine.